Silvia Scorrano
LE ACQUE SACRE IN ABRUZZO
DAL CULTO ALLO SVILUPPO TERRITORIALE
(D'Abruzzo - Menabò, 2012)
L’acqua, fonte e origine di ogni forma di vita, sostanza purificatoria e terapeutica è da sempre stata al centro di ritualità che hanno sacralizzato il paesaggio abruzzese: l’inspiegabilità della sua origine ha rivestito di magia alcuni luoghi, il Cristianesimo si è sovrapposto ai culti pagani dell’acqua, l’eremitismo ha contribuito ad avvolgere con un velo mistico la montagna laboriosamente organizzata dai grandi monasteri. L’acqua non è solo un oggetto geografico con una propria dimensione fisica, ma è anche un elemento che vive nella sfera intellettuale e spirituale dell’uomo, produce emozioni e interpretazioni che hanno portato nel corso dei secoli alla formazione di un ricco patrimonio culturale – costituito da beni materiali (fonti, grotte ed eremi) e immateriali (ritualità cultuali, manifestazioni folcloristiche ed opere letterarie) – che si innesta su siti di grande valore paesaggistico e naturalistico. Partendo da questi presupposti nel presente volume si propone un processo interpretativo che dall'ambito territoriale recupera il bene culturale acqua, con i simboli e i segni che gli appartengono, e lo inserisce in un circuito di valorizzazione culturale, sociale ed economica. (D'Abruzzo - Menabò, 2012)