Ettore Janni
RAPSODIA ABRUZZESE
(1939)
«Ognuno ha la terra che ama» -scrive con orgoglio Ettore Janni - e perciò quella merita la sua rapsodia, il suo canto spiegato, epico e celebrativo. Il suo viaggio di ritorno da Milano in Abruzzo alla metà degli anni Trenta, rievocato in questo libro, intende fissare sulla carta gli stati d’animo dopo una lunga assenza dalle radici e dal luogo dell’identità. Ciò che sorprende nella sua confessione è l’ entusiasmo e il senso positivo delle cose. Per Janni l’Abruzzo è il locus amoenus , il ritorno all’ordine, alle suggestioni primitive di contro alle brutture del progresso. Il vecchio tema città/campagna è riproposto a tutto vantaggio del secondo termine, anche se ciò comporta la rassegnata disperazione del vivere povero, accanto all’elogio della famiglia patriarcale, al ricordo nostalgico delle feste, degli usi e dei costumi arcaici. Il tempo da lodare è quello enorme, biblico, imperturbabile, agricolo e pre-industriale di un Abruzzo antico «che tiene ancora i suoi secoli al sole» e su cui magari aleggia lo spirito di Aligi il pastore e la benedizione della Maiella santa. Non c’è viaggio che non presupponga, di fatto, nelle intenzioni o solo nella memoria, un ritorno, dunque un andamento circolare, da Itaca a Itaca. Il viaggio è conoscere, ma molto spesso è riconoscere. Il che trasforma il percorso non in curiosità per una terra nuova e sconosciuta, né in un itinerario turistico, ma in una riscoperta di qualcosa che è dentro di noi, in una regressione nel grembo materno, in una ricerca dell’Eden perduto o, se si vuole, della giovinezza.
CARABBA editore (2009)
Ettore Janni - Giornalista e scrittore, nato a Vasto (Chieti) l'11 ottobre 1875. Fu per anni redattore-capo e critico letterario del Corriere della sera; deputato al parlamento per la XXV legislatura (collegio di Chieti), si ritirò poi dalla vita politica perché avverso al fascismo. Caduto questo, tornò come direttore al Corriere, dal 26 luglio all'8 settembre 1943. Subito dopo la liberazione dell'Italia settentrionale diresse La Libertà, quotidiano liberale di Milano.
Scrittore concettoso e vivace, ha argutamente narrato le proprie esperienze parlamentari nelle Memorie di deputato (Milano 1921). Ha composto inoltre garbati libri di divulgazione storica e letteraria: In piccioletta barca, libro della prima conoscenza di Dante, Milano 1921; Colombo, ivi 1924; Savoia, ivi 1925; Machiavelli, ivi 1927; Vita di Antonio Raimondi, ivi 1940, trad. sp., Lima 1945, ecc.; e ha tradotto con sensibilità e finezza, dall'originale francese, Il Martirio di S. Sebastiano, Milano 1911, e La Pisanella, ivi 1914, di G. d'Annunzio. [TRECCANI]