David Ferrante 
(a cura di)

L'AMMIDIA
Storie di Streghe d'Abruzzo
(Tabula fati, 2019)



A prima vista si potrebbe pensare che l’Ammidia si rivolga a un pubblico locale, che condivide codici simbolici, linguistici e antropologici esclusivamente regionali. Nulla di più errato. L’intento di questa collettanea pare proprio l’esatto contrario: da un lato il curatore si propone di promuovere la conoscenza del patrimonio di tradizioni, riti e simboli oltre l’orizzonte locale, dall’altro ha un obiettivo ben più ambizioso: è di una piccola rassegna del pensiero magico che si tratta. Di un mondo di storie, credenze, usi che non si intende riproporre come puro folklore, ma come testimonianza di una cultura viva, spesso ridotta a subcultura da logiche di potere e stereotipi sociali.
     È il caso delle streghe e delle magare, donne che solo ricerche pazienti e la potenza dell’immaginazione hanno potuto sottrarre all’oblio, quando non a una vera e propria damnatio memoriae. Come sempre, allora, l’immaginazione offre un’opportunità. Quella della riscrittura.
     Così, la narrazione muove dai dati resi disponibili dalla tradizione orale o ricostruiti dalle fonti e racconta quel che potrebbe essere stato. Ed ecco, allora, che ci si avventura in un mondo apparentemente barbaro e certamente misterioso, ma sempre affascinante.

AUTORI E RACCONTI
Fiorella Borin, ROMILIA
Maria Elena Cialente, MARLURITA CHIACHIÒ
Marina Ciancetta, LA VERGINE
Rosetta Clissa, LA STREGA DELL’EST
Adriana Comaschi, MARGHERITA D’AUSTRIA E I DIAVOLI
Daniela D’Alimonte, DALL’ALTRA PARTE DEL BURRONE
Gabriele Di Camillo, LA NOTTE DI SAN GIOVANNI
Valentino Di Persio, OLINDA, LA STREGA INNAMORATA
Carla Dolazza, ERNESTINA E LE ALTRE
David Ferrante, LA PRETA TONNA DELL’ANTERA
Mariaester Graziano, ZI FILUMENE
Cristina Mosca, IL SOFFIO NEGLI ORECCHI
Anna Maria Pierdomenico, LA GATTA
Gino Primavera, ANGIOLINA
Flora Amelia Suárez Cárdenas, IL RESPIRO DEL MALE
Patrizia Tocci, LA STREGA DEL LAGO
Lucia Vaccarella, OCCHIO DI VROCCA
David Ferrante

SAN GIOVANNI BATTISTA
nella cultura popolare abruzzese
Tradizioni, riti e sortilegi del 24 giugno
(Tabula fati, 2018)


«E domani è San Giovanni, fratel caro; è San Giovanni. Su la Plaia me ne vo’ gire, per vedere il capo mozzo dentro il sole, all’apparire, per veder nel piatto d’oro tutto il sangue ribollire.» Così fa descrivere da Ornella, Gabriele D’Annunzio, il giorno del Battista ne La figlia di Iorio (1903). Perché in Abruzzo, così come altrove, nel giorno in cui si celebra la nascita di san Giovanni si verificano fatti prodigiosi: il sole e la luna si bagnano in mare e una nuvola premurosa li asciuga; l’acqua e la rugiada acquistano proprietà miracolose così come le erbe e i fiori che diventano magici e aumentano le loro proprietà terapeutiche; si compiono riti divinatori per trovare marito e per unirsi nel potente e indissolubile legame di comparaggio. Un giorno magico ma anche infausto: le streghe girano per compiere sortilegi; il Santo si vendica su coloro che non hanno rispettato il comparatico e onorato la sua festa. Unico breve e labile momento nel quale si può tentare di sconfiggere Pandàfeche, Stréhe e tutte quelle creature che hanno avuto l’ardire di nascere nello stesso giorno del Cristo.
     Testimonia e avverte lo studioso del folclore abruzzese Gennaro Finamore (1890): «Narrasi di un contadino, che volle trebbiare nel dì di S. Giovanni e il tempo si mosse a tempesta, e il contadino, gli assistenti, il grano, i buoi, tutto fu dal fulmine subissato. Ogni anno, nella notte che precede la festa del Precursore, si ode in quel luogo un romore sotterraneo: e sono le grida di quegli sciagurati. Dove questo avvenisse, non si sa dire di preciso; ma certamente, fu in un luogo e in un tempo.»
     Si amalgamano, nella notte tra il 23 e il 24 giugno, paganesimo, folclore e religiosità giustificandosi vicendevolmente. I simboli religiosi ripropongono ritualistiche propiziatorie che da sempre tentano una soluzione alla dura lotta dell’uomo per la sopravvivenza da sempre legata ai capricci e alla benevolenza della natura.


Gino Primavera

IL VALORE DELL'OMBRA
Presentazione di Giovanni D'Alessandro
(Tabula fati, 2019)



Racconti vissuti e sognati tra la Maiella e la Costa dei Trabocchi.

I racconti di questa raccolta dipingono una visione del mondo solida, attenta a ciò che costituisce il senso più vero dell'esistenza: sentimenti, memorie, persone e cose che accompagnano e hanno accompagnato l'Autore nel cammino della vita.

Alcuni episodi del passato sono rievocati con struggente malinconia, ma anche con forza, senza concessione al sentimentalismo. Su tutto, poi, un profondo amore per la natura, fin nelle sue espressioni meno evidenti, come un piccolo fiore o un soffio di vento.

A questa "poesia della Natura" si accompagna uno stile denso, articolato, con un lessico ricco e a tratti sorprendente.



 Rita La Rovere
a cura di 
RACCONTAMI L'ABRUZZO
(Tabula fati)

44 + 44 autori raccontano una pagina e mezza d'Abruzzo. Un'idea geniale, quella di Rita La Rovere, di far conoscere l'Abruzzo in piccole pillole che racchiudono i ricordo e lo stile di persone diverse.
Di 88 autori. 
(DF)




Volume primo


AUTORI E RACCONTI DEL VOLUME PRIMO
Giulia Alberico, I Trabocchi
Alba Bucciarelli, La casa di terra
Marina Ciancetta, Un museo sotto il cielo
Simone D’Alessandro, Petali di neve
Daniela D’Alimonte, La processione del gennaio a Roccamorice
Giacomo D’Angelo, L’Abruzzo smarronato
Antonio Del Giudice, Gianni ed Edoardo che parlavano alla terra
Angelo De Nicola, Le Celestine di San Basilio
Gabriele Di Camillo, Pagnotta e olio
Enrico Di Carlo, Il liquore Corfinio nella bomboniera di via Toledo
Monica Di Fabio, Li buttije di pimmadore
Maria Di Iorio, La Dama di Capestrano
Giovanna Di Lello, John Fante, nel nome di mia nonna
Donatella Di Pietrantonio, Da lontano
Giuseppina Fazio, S’è cambiato il mondo
David Ferrante, Quando passò la pandafeche
Sandro Galantini, Rocco Rubini, l’omeopata abruzzese che sconfisse il colera
Adriana Gandolfi, Storie Presentose
Luisa Gasbarri, Te e io
Lucia Guida, Un’estate a Francavilla al mare
Fabio Iuliano, La piccola Transiberiana
Maria Rosaria La Morgia, Donne del Risorgimento, quando Giannina improvvisava per unire l’Italia
Rita La Rovere, Abruzzo sotto il segno della Vergine
Laura Levi, Un ovetto per Laura
Maristella Lippolis, La festa di Santa Gemma
Assunta Marinelli, Incantesimo del lago di Scanno
Sandra Matteucci, Capsicum
Vito Moretti, La mia terra è questi segni
Angela Nanetti, Migrazioni
Francesco Nasini, La cerqua de Zi’ Co’
Rosaria Panetto, Restituzione
Giustino Parisse, L’Angelo di mio padre
Franco Pasquale, Fra mare e monti
Gino Primavera, La valle dei sensi
Maria Quinzio, Di madre in figlia
Lelia Ranalletta, Ritorno a Chieti
Sandro Angelo Ruffini, La Civitella
Paolo Smoglica, Lady Hawke
Flora Amelia Suárez Cárdenas, Le grotte di Stiffe
Nadia Tarantini, Il lungo viaggio delle donne TerreMutate
Antonio Tenisci, Incanto
Patrizia Tocci, Narcisi
Lucia Vaccarella, Un tempo senza tempo


Volume secondo

AUTORI E RACCONTI DEL VOLUME SECONDO
Antimo Amore, La cucina di Annunziata
Lucia Arbace, Palizzi e le rose
Liliana Biondi, Laudomia Bonanni
Fiorella Borin, Appuntamento a Fossacesia
Lida Buccella, L’oasi orientale di Villa Badessa
Stefano Carnicelli, Cafoni
Filippo Cattelan, Aria di casa
Maria Elena Cialente, Il nostro oro rosso
Titti Cora, Come foglie in autunno
Franca Corrieri, San Pietro della Ienca e il santuario di San Giovanni Paolo II
Pino Coscetta, Il sogno di Amedeo
Angela Curatolo, That’s Amore
Giovanni D’Alessandro, Ovidio splatter
Maria D’Alessandro, Oh! Mio caro amore!
Mario D’Alessandro, Abruzzo: la bellezza in sette lettere
Federica Maria D’Amato, Benedizioni abruzzesi
Luigi De Rosa, Nebbie
Patrizia Di Donato, La Rossiccia
Alina J. Di Mattia, Abruzzesi nel Far West
Gianluca Di Renzo, Quasi per un erbal fiume silente
Franco Faggiani, Il segreto di Jarno
Franco Farias, San Zopito
Evelina Frisa, Solo per i suoi occhi
Giancarlo Giuliani, Il cucciolo
Giorgio Grimaldi, Entroterra
Andrea Linfozzi, Gladiatore
Francesco Lo Piccolo, La cicogna e il fiume
Lilli Mandara, La sposa del mare
Marcello Martelli, La città delle rondini
Paolo Mastri, Elogio dei trequarti
Elisabetta Mastromattei Merlonetti, I delfini
Bruno Nacci, Quand’ero soldato
Sandro Naglia, Rituali immaginari
Antonio Paolini, Lurrè
Marco Patricelli, Tra le gole della Majella
Maria Paola Pennetta, ‘A vucchella
Rita Pezzella, 31 agosto 1943
Anna Maria Pierdomenico, Vi prendo e vi porto via
Francesco Proia, C’era un volta un lago
Daniela Quieti, La mia terra
Paolo Massimo Rossi, Prima dell’alba vita
Maria Santalucia Semproni, Paesaggio abruzzese vita
Maria Paola Sebastiani, I migliori anni della nostra vita
Rita Valente, Un caffè alla Centerba





Pino Coscetta, VIAGGIO IN ABRUZZO CON GIORGIO MANGANELLI

Pino Coscetta

VIAGGIO IN ABRUZZO CON GIORGIO MANGANELLI
(Solfanelli, 2012)

Si può entrare nel racconto della favola abruzzese anche attraversando le pagine di un buon libro. Nei momenti di freddo climatico (e morale!) è piacevole viaggiare anche restando nel tepore della propria casa chiudendo il resto del mondo fuori.
In questi giorni ho vissuto un affascinante volo sulla mia adorata regione attraverso le pagine scritte da Pino Coscetta: VIAGGIO IN ABRUZZO CON GIORGIO MANGANELLI.
Un diario di viaggio, un racconto di due leggiadri ma profondi passi in Abruzzo di Giorgio Manganelli e Pino Coscetta. Un volo che ad ogni pagina che termina vorresti tornare indietro di qualche parola per allontanare l’ultimo capitolo, un volo che consiglio.
Sul finire degli anni ‘80 Coscetta propone al quotidiano Il Messaggero di pubblicare degli articoli sull’Abruzzo…un’idea che divenne un reportage di tre mesi di viaggio con Manganelli.
Partenza da via Chinotto n.8 direzione Abruzzo, “grande produttore di silenzio dove in ogni sperduto angolo puoi trovare un grande o piccolo capolavoro costruito con grandi blocchi di silenzio e scialbato di solitudine”, spesso irraggiungibile nello spazio e nella comprensione, spesso sconosciuto, troppo spesso una storia abbandonata nel futuro.
Prima tappa Pescina dove nacquero per destino o per caso il Cardinale Mazzarino e Ignazio Silone. Entrambi osservarono la piana del Fucino: occhi diversi per paesaggi diversi. “Mazzarino e Silone hanno visto due pianure diverse, la prima fatta d’acqua, l’altra di terra sudore e polvere.” (Manganelli), …“l’acqua e la terra. Il fluido, mellifluo, lacustre, insidioso Mazzarino principe degli intrighi di corte e il solido, concreto terragno Silone difensore del suoi diseredati “cafoni”, uniti dalla stravaganza del Fucino che prima del prosciugatore Torlonia, stravagante non era, ma sicuramente infido e traditore” (Coscetta).
Lodi e critiche del paesaggio, dell’arte, della tavola, dei borghi abruzzesi, delle meraviglie intarsiate nel silenzio di Bominaco, della città fantasma di Sperone, di Cocullo, Atri, Teramo, Scanno, Pescara, L’Aquila, Pacentro, Sulmona, eccetera eccetera e…Chieti che “irretisce il visitatore in una serie di immagini sommesse, di indicazioni allusive, di citazioni intense quanto fulminee, subliminali” … “per capire bene questa città più che visitarla bisogna rivisitarla. Ci sono palazzi che a prima vista ti sembrano anonimi, ma poi se li guardi bene offrono grazie inaspettate, spunti illuminanti, angoli unici…graziosa città abitata da monumenti clandestini…Ogni angolo nasconde qualcosa di bello che a prima vista ti sfugge. Per capire bene Chieti, credimi, ci dovremmo tornare…” (Manganelli). (D.F.)

Pino Coscetta. Roma 1940, giornalista e scrittore, entrato al Messaggero a ventidue anni, ha concluso la sua carriera lavorativa con la qualifica di Redattore capo centrale. Tra le pubblicazioni ha iniziato con Scirocco (Ed. Europer 1966), raccolta di racconti giovanili e unica escursione nella narrativa; ha proseguito con saggistica, libri di storia locale e viaggi: Il Messaggero durante la repubblica di Salò (Gabrielli Editore, 1976), numerose guide ragionate per la De Agostini e, insieme ad altri autori, ha collaborato alla stesura di due grandi volumi strenna, Abruzzo e Lazio, per Editalia. Con Ermanno Grassi, nel 1997, ha pubblicato Il paese della memoria - Storia di San Sebastiano dei Marsi. Nel 2007, con Vittorio Emiliani, ha scritto il libro bianco sulle origini dell’Italia Mille borghi, cento città, un Paese (Minerva Editore). Sempre con Vittorio Emiliani, nel 2011, ha scritto Nei borghi antichi la storia è vita, edito dalla Provincia di Roma e, nel 2012, per Minerva Editore, Di tanti palpiti, un volume-strenna sui teatri storici di Lombardia, Emilia-Romagna, Marche, Toscana e Lazio.

Giorgio Manganelli (Milano, 15 novembre 1922 – Roma, 28 maggio 1990). Collaborò con numerosi testate giornalistiche tra cui Il Giorno, La Stampa, Il Corriere della Sera, Il Messaggero, L'espresso, Il Mondo, L'Europeo, Epoca… Consulente editoriale delle case editrici Mondadori, Einaudi, Adelphi, Garzanti e Feltrinelli.
Autore di numerose opere dalla prosa elaborata e complessa, che oscilla spesso tra il racconto-visione e il trattato, Manganelli affermò nella sua Letteratura come menzogna del 1967 che il compito della letteratura è quello di trasformare la realtà in menzogna, in scandalo e in mistificazione, risolta in un puro gioco di forme, attraverso le quali la scrittura diventa contestazione.